Dalla Germania arrivano i DRM che modificano il testo degli eBook

Se avete mai provato ad acquistare un ebook, questo termine di certo non vi è nuovo. DRM sta per Digital Rights Management, ovvero “gestione dei diritti digitali”. Si tratta di un insieme di regole che limitano gli utilizzi di un file digitale. Nel caso di un ebook, ad esempio, possono impedire che venga stampato, copiato o visualizzato da più dispositivi.

Più controllo = maggiore sicurezza?

Non è difficile indovinare che lo scopo di tali meccanismi è quello di contrastare la pirateria e tutelare i detentori del diritto d’autore. Purtroppo, nella pratica, non si tratta di una soluzione così efficace. Coloro che sono determinati a fare usi illeciti dei file digitali trovano sempre un modo per aggirare i DRM e a subirne le conseguenze sono invece gli acquirenti “onesti”, che diventano proprietari di un file di cui non hanno pieno controllo.
Per quanto riguarda gli ebook, il sistema di gestione dei diritti digitali più diffuso è senz'altro quello implementato da Amazon per la piattaforma Kindle, seguito dal DRM Adobe. Se il primo lega strettamente il contenuto al lettore Kindle, il secondo ne consente la fruizione su supporti diversi, ma con alcune limitazioni. Al momento dell'acquisto, e quindi del download, il software Adobe Digital Editions verifica l'identità dell'utente e gli assegna una chiave per eventuali accessi futuri. Gli ebook protetti da tali meccanismi infatti, devono essere rigorosamente attivati su Digital Editions e validati tramite il proprio ID Adobe perché si possa visualizzarli correttamente. Il trasferimento dei contenuti può avvenire 'liberamente' entro un massimo di sei supporti differenti, a patto che ciascuno venga autorizzato attraverso Digital Editions.

Social DRM: una soluzione più equilibrata

Ma se l’uso di meccanismi di DRM troppo restrittivi comporta così tanti svantaggi, esiste un’alternativa che garantisca il giusto equilibrio tra libertà e controllo? In molti se lo sono domandato.
Certo, non esiste una formula perfetta, ma un’opzione valida è sicuramente quella di utilizzare i Social DRM. Il vantaggio è che possono essere applicati anche a formati standard aperti come ePub e si basano su un principio molto semplice; consistono nell'incorporare dati personali dell'acquirente (in genere nome o codice fiscale) nel libro elettronico attraverso l'uso di 'filigrane' digitali. In tal modo il possessore dell'ebook può disporre liberamente dell'oggetto, ma non è incoraggiato a distribuirlo illegalmente, dal momento che ogni copia porta il suo nome. Non si tratta certo di una soluzione definitiva, dal momento che ogni meccanismo di protezione può essere aggirato, ma, se ben realizzato, questo ex-libris digitale può diventare una sorta di valore aggiunto.

L’alternativa tedesca

Nel tentativo di trovare un compromesso tra le esigenze dei lettori e quelle dei creatori, l’Università di Darmstadt ha sviluppato un prototipo di DRM che agisce direttamente sul contenuto dell’ebook, senza limitarne in alcun modo l’utilizzo. Al momento dell’acquisto, il sistema introduce una piccolissima variazione nel testo (ad esempio nella punteggiatura, o sostituendo una parola con un sinonimo). In questo modo ogni copia regolarmente acquistata diventa unica e, nel caso in cui il proprietario del file decida di diffonderla illegalmente, ogni copia porterebbe con sé quella particolare alterazione, rendendo l’identificazione del trasgressore relativamente semplice.
La idea è piuttosto ingegnosa, ma bisognerà vedere come sarà accolta dagli autori. Dal momento che non c’è modo di prevedere quali cambiamenti verranno apportati al testo, c’è il rischio che le modifiche vadano ad alterare dei passaggi chiave, modificando i quali alcune sfumature di significato andrebbero perse.




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Per saperne di più su ebook ed editoria digitale, leggi il mio libro "Dalla carta ai bit. La svolta digitale nell’editoria"