4 miti da sfatare sull'editoria digitale

Il post di oggi prende spunto da un articolo di Bill McCoy apparso su Publishers Weekly, nel quale l'autore individua e decostruisce una serie di pregiudizi su ebook ed editoria digitale. Lui ne elenca ben 7, ma io mi limiterò a commentare soltanto i 4 che reputo più significativi.

Mito #1: Gli ebook vanno bene solo per romanzi e testi lineari

La questione è molto più complessa di così, come abbiamo visto in questo articolo dedicato alle storie interattive. Il mercato degli ebook, tuttora in espansione, è trainato principalmente da romanzi e altri testi che potremmo definire 'tradizionali', mentre gli enhanced ebook non sono che una minima parte del totale. Dal momento che questa tipologia di libri è costosa da realizzare e non raggiunge volumi di vendita soddisfacenti, la tentazione di saltare alle conclusioni stabilendo che si tratta di una modalità narrativa scarsamente compatibile con il libro elettronico, è forte. Ciò è forse vero se si considera un pubblico di lettori che utilizzano dispositivi basati su e-ink, ma se si tiene conto del trend di crescita che coinvolge tablet e smartphone, appare evidente che lo scenario dei lettori digitali sta attraversando dei cambiamenti significativi.

Mito #2: La lettura digitale è un'attività solitaria e disconnessa

Anche questo “mito” non è difficile da smentire. Abbiamo già ampiamente trattato il tema in questo articolo dedicato al fenomeno della social reading. McCoy, dal canto suo, sostiene che sarà la maggiore diffusione di dispositivi sempre connessi come tablet e smartphone ad accrescere la dimensione collettiva dell'esperienza di lettura elettronica.

Mito #3: I DRM servono a diminuire la pirateria

Il caso Tor Books sembra dimostrare il contrario. Tor è stata la prima casa editrice di grandi dimensioni a dire addio ai DRM e oggi, dopo circa un anno, rende pubblici i risultati dell'operazione; non si è verificato alcun aumento della pirateria e anzi, moltissimi sono stati i lettori che hanno voluto congratularsi per la scelta coraggiosa. Per chi non lo sapesse, DRM sta per Digital Rights Management; una serie di meccanismi di protezione che limitano gli utilizzi di un file digitale, in questo caso un ebook. Ma, come osserva giustamente McCoy, sembra ormai chiaro che i DRM non servano tanto a 'proteggere' i file, quanto a limitarne la diffusione, con fastidiose conseguenze per quei lettori che acquistano legalmente i propri ebook.

Mito #4: Gli autori non hanno più bisogno di editori

È impossibile ignorare il successo del self-publishing, ed è ormai chiaro che si tratta di un fenomeno destinato a durare. Ma è troppo presto per annunciare l'uscita di scena dell'editore; se anche i libri elettronici dovessero prendere il sopravvento su quelli cartacei, ci sarà sempre bisogno di questa figura. Le case editrici, però, non potranno più adagiarsi sui loro privilegi di gate-keeper, ma dovranno concentrarsi maggiormente sul valore che la loro competenza professionale è in grado di offrire. Anche per quanto riguarda il self-publishing,  infatti, i dati dimostrano che gli autori che avevano pubblicato in precedenza con un editore tradizionale sono riusciti a guadagnare oltre il doppio dei loro colleghi che, rifiutati dalle case editrici, sono passati direttamente all'autopubblicazione. Questo significa che il pubblico riconosce ancora agli editori un ruolo di primo piano nel determinare gli standard cui un prodotto editoriale dovrebbe conformarsi; la loro funzione di scoperta, scelta, consiglio e correzione è ancora, in gran parte dei casi, essenziale per produrre opere di qualità.

Naturalmente, quando si affrontano certi argomenti controversi, non esistono prove schiaccianti in favore dell'una o dell'altra tesi. Sono certa che alcuni di voi, anche al termine di questa lettura, conserveranno ancora dei dubbi su alcuni di questi “miti”. Per ulteriori approfondimenti, vi invito a leggere l'articolo originale e le interessanti riflessioni di Giuseppe Granieri su La Stampa.

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Per saperne di più su ebook ed editoria digitale, leggi il mio libro "Dalla carta ai bit. La svolta digitale nell’editoria"