Social Reading: l'ultima frontiera della lettura digitale


Difficile immaginare un’attività più intima e solitaria della lettura; eppure, ai tempi di internet e della condivisione in tempo reale, anche leggere un libro può diventare un’esperienza collettiva. Questo fenomeno, che include una moltitudine di aspetti diversi, si chiama Social Reading.

Anche la lettura è social

Una prima modalità di lettura collettiva è quella proposta dalle community di lettori online, come Anobii o Goodreads. Si tratta di piattaforme che offrono agli utenti la possibilità di ‘incontrarsi’ attraverso la rete, per discutere dei libri che stanno leggendo e trovare persone con interessi simili. Ciascuno dispone di uno scaffale virtuale, sul quale allineare la propria collezione, e di una serie di strumenti che gli consentono di valutare, commentare, recensire, consigliare e annotare le proprie osservazioni su ciascun libro letto.

(Photo by Johan Larsson)

Se la formula di base è questa, non mancano però interessanti variazioni sul tema. Il network italiano Zazie ricompensa i propri utenti con badge spiritosi e permette loro di catalogare ciascun libro in base al mood e al luogo ideale per leggerlo; Kobo, invece, integra un originale sistema di check-in e geolocalizzazione dei luoghi narrativi; Bookliners permette agli utenti di condividere le proprie sottolineature. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

Socialbook fa un ulteriore passo avanti nella condivisione dell’esperienza di lettura; parte dal presupposto che leggere in compagnia sia più divertente e consente di creare gruppi di lettura, all’interno dei quali condividere appunti, note, sottolineature e commenti a margine del testo. Chiunque, inoltre, può caricare il proprio ebook sulla piattaforma e invitare altri a leggerlo. Ma questo è solo l’inizio, promette lo staff di Socialbook; presto sarà persino possibile disegnare sui margini delle pagine e inserire commenti in punti specifici di file audio o video.

“Ho fondato Socialbook con la consapevolezza che la lettura, quando si muove dal supporto della pagina scritta allo schermo, diventa un’esperienza sociale – spiega Bob Stein, ideatore del progetto - La maggior parte di noi oggi non legge ad alta voce. Ma leggere da soli, in silenzio, è un’esperienza relativamente recente, che è diventata un’abitudine da un paio di secoli a questa parte. Ora che la lettura si sta spostando su internet, abbiamo la possibilità di recuperare un’esperienza che avevamo perso”.

Libri digitali e diritto d’autore
C’è anche chi ha pensato di ricorrere alla community per risolvere le questioni relative al copyright, che spesso rendono difficoltosa la condivisione di libri digitali. Un’idea originale è quella proposta da Unglue, che unisce l’ormai consolidata idea della comunità online di lettori al crowdfunding. “Tutti abbiamo dei libri che amiamo particolarmente e vorremmo poterli donare al mondo. – recita la descrizione sul sito – Vorremmo condividerli, ma anche  retribuire i loro creatori. Con i libri elettronici, può essere difficile fare entrambe le cose”.  La soluzione è piuttosto semplice; i detentori dei diritti possono lanciare delle campagne per ‘liberare’ le opere, gli utenti mostrano il loro gradimento versando una piccola quota, che permetterà di rilasciare il libro sotto licenza Creative Commons, affinché tutti possano condividerlo liberamente e legalmente.

Una start-up israeliana, Total Boox, promette agli editori di metterli in contatto con i lettori ‘giusti’.  Total Boox si pone a metà strada tra la libreria digitale e la community. In questo caso la parte ‘social’ è limitata alla valutazione e alla recensione dei libri, mentre l’idea veramente innovativa riguarda le modalità di pagamento. Si possono trovare ebook che costano $0 – 9.99, oppure $0 – 19.95… ma che cosa vuol dire? Significa che l’utente ha la possibilità di aggiungere gratuitamente un libro al proprio scaffale, iniziare a leggerlo e abbandonarlo a metà senza troppi rimpianti, se non dovesse trovarlo di suo gradimento. In tal caso il prezzo sarà conteggiato in base al numero di pagine lette, secondo un modello chiamato Pay-As-You-Read.

Ma cosa vogliono realmente i lettori?

In altre parole, questa corsa all’innovazione intercetta un reale bisogno dei lettori, o è piuttosto un tentativo autoreferenziale di autori ed editori  di mostrarsi all’avanguardia? Fino a che punto i lettori desiderano che interazione e condivisione entrino a far parte della loro esperienza di lettura?

Se l’è chiesto una blogger su Teleread, una delle principali testate online dedicate all’editoria digitale. La domanda ha raccolto una discreta varietà di risposte, ma in linea generale tutti concordano sul fatto che, mentre discutere delle proprie letture con un gruppo ristretto di persone può essere piacevole, la condivisione a tutti i costi risulta talvolta invadente. Ecco alcuni estratti:

Becca: “Non sono una lettrice sociale, direi piuttosto che sono una lettrice anti-sociale. Faccio parte di un piccolo gruppo di lettura, sei persone che leggono un libro al mese insieme, e questo è più che  abbastanza per me”.

Crescent: “Non mi dispiace incontrare altre persone online attraverso dei gruppi e discutere con loro di particolari libri o argomenti, ma tutt’altra cosa è condividere le mie sottolineature o gli appunti a margine di un libro. Non vorrei condividere queste informazioni neppure con la mia famiglia […]”

Katie: “Parlare dei libri che sto leggendo, durante e dopo la lettura, me li fa gustare ancora di più. […] Ho l’impressione di investire di più nei libri che ho discusso con gli altri e tendo a ricordarli più a lungo.”

Insomma, molti amano condividere le proprie opinioni sui libri letti, ma non tutti gradiscono l’idea di entrare troppo nel dettaglio. Inoltre lo scambio diretto, nella vita reale, sembra essere maggiormente apprezzato rispetto all’interazione virtuale. Ma si tratta di resistenze dovute all’abitudine, che tenderanno a scomparire col tempo, oppure no? E voi, che ne pensate?



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Per saperne di più su ebook ed editoria digitale, leggi il mio libro Dalla carta ai bit. La svolta digitale nell’editoria